COS’È IL GIARDINO?

Il Giardino Alpino Valcava- Madesimo non è un orto botanico; non ha strutture scientifiche e dotazioni economiche.
Il Giardino è radicato sul territorio, in rapporto stretto con i caricatori d’alpe, con i promotori di coltivazioni storiche (patate, grano saraceno, segale, piccoli frutti) con i raccoglitori di erbe officinali, con le associazioni ambientaliste, con l’ecomuseo.

Vuole essere una presenza per la valorizzazione delle conoscenze e dei saperi locali, per il consolidamento del rapporto con l’ambiente naturale attraverso la sua pratica e lo studio.

Definiremmo il Giardino un orto etnobotanico, dove accanto all’indagine, alla classificazione, alla descrizione, all’ostensione e conservazione di specie vegetali autoctone, si perpetuano e si promuovono specie un tempo coltivate ed ora in via di estinzione a causa della omologazione della produzione agricola e della globalizzazione (patate di Starleggia bianche, rosse e blu, orzo dei walser, segale di Teglio) e si ripercorre l’uso storico delle erbe spontanee e i loro usi in cucina e in farmacopea.

INTENTI DEL GIARDINO

Il “Giardino Alpino Valcava” di Madesimo nasce dalla forte convinzione che è necessario trovare spazi di azione e di cultura per creare coscienza sull’importanza dell’abitare un territorio inteso come costruire, vivere un luogo prendendosene cura, con la consapevolezza della sua complessità.

Bisogna tornare a conoscere e fare territorio, che è il risultato di un sapiente, lunghissimo e delicato rapporto di cura e modellazione reciproca tra la natura e l’uomo. Solo dalla valorizzazione della cultura, dell’economia e della società che si è evoluta assieme ai luoghi, si può immaginare un futuro sostenibile contro i rischi della rapina delle risorse, del loro misconoscimento e della distruzione di rapporti sociali e di convivenza civile.

Il compito che ci siamo assunti è quello di individuare strumenti di ricucitura tra abitanti e territorio.

Gli ultimi decenni di profonde trasformazioni socioculturali ed economiche hanno comportato e indotto ovunque un largo abbandono del rapporto tradizionale degli abitanti con i luoghi in cui vivono.

L’abbandono della povera e faticosa agricoltura di montagna ha comportato  l’abbandono della pratica quotidiana di  luoghi, percorsi, elementi naturali, manufatti storici e attività con cui si è persa progressivamente la familiarità, la percezione e quindi anche la “chiamata”, l’attribuzione di un nome, la riconoscibilità.

Ciò che non ha nome non esiste, così tutto si sta perdendo, per tornare ad uno stato selvatico che non è quello naturale, ma condizione di depauperamento delle biodiversità e della cultura dei luoghi.

Il turismo compatibile, che valorizzi prima di tutto le risorse del luogo, sia umane che naturali, ha bisogno di qualità, di cultura, di una comunità identitaria che esprime un mondo che si fa apprezzare da chi lo scopre e si propone senza complessi di inferiorità e senza scimmiottare proposte estranee alla proprio modo di essere.

L’identità di una comunità e quella di un territorio sono le due facce di una medaglia e si costruiscono nel tempo, sono frutto della storia, della cultura, del lavoro dell’uomo, della geologia, geografia, morfologia, pedologia e del clima del luogo.

La nostra  Associazione si prefigge lo scopo di recuperare la conoscenza dei luoghi, dell’ambiente naturale, della flora, dei prodotti tradizionali e del legame dell’uomo con il suo habitat.